Sito web internazionale: meglio un TLD localizzato o uno generico?
Hai deciso di affacciarti su un mercato estero con un sito web internazionale? Allora non sottovalutare la scelta del dominio. Se il .it è il dominio che identifica un progetto italiano, ci sono una serie di considerazioni che devi fare per incrociare l’interesse di un target straniero considerato che si tratta di un fattore di ranking importante.
Scegliere un .com per un sito web internazionale potrebbe rivelarsi quindi la scelta sbagliata per un progetto che si focalizza su un paese straniero specifico, così come i domini localizzati hanno delle limitazioni. Facciamo chiarezza in proposito.
La scelta del targeting per Paese (ccTLD)
I cosiddetti ccTLD (Country Code Top-Level Domain) sono i domini di primo livello riferiti a una nazione (per esempio il già citato .it per l’Italia o il .uk per il Regno Unito). Sono quelli che identificano tradizionalmente, il targeting per Paese che in passato ha sempre permesso di segmentare il pubblico in paesi.
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Ti verrà da pensare: urrà, il mio sito web internazionale si rivolgerà agli inglesi quindi basta usare il .uk! In realtà non sempre la scelta di un ccTLD si rivela la più consona e questo accade per esempio quando:
- il sito è nuovo, o comunque non può ancora contare su di un forte Trust, pertanto sarebbe più utile cercare di incrementarne l’autorevolezza mantenendo invariato il dominio
- si ha un pubblico distribuito in diversi Paesi dove però si parla la stessa lingua (l’inglese è emblematico di questo caso)
- non si hanno abbastanza risorse per l’acquisto e il mantenimento di domini localizzati per ciascun paese
D’altra parte oggi Google ha reso più facile trasmettere i segnali geografici, anche con un dominio generico, grazie all’introduzione dell’attributo hreflang e dell’impostazione dei Paesi di destinazione dalla Search Console. Pensa che persino grandi siti come quelli di Apple, Microsoft e Paypal ricorrono a gTLD con sotto-directory e non a ccTLD.
GTLD vs ccTLD: quale scegliere?
GTLD: perchè sì
Se hai un sito web con dominio, chiamiamolo, “generico” (il classico .com ad esempio) che si è posizionato nel tempo e a livello SEO gode di ottima salute, i sotto-domini e le sotto-directory dei gTLD (Generic Top-Level Domain), di cui fa parte anche il .com, risultano utili. Può diventare quindi molto vantaggioso sfruttare i valori del dominio “madre” e realizzare domini di terzo livello per ogni diversa country.
GTLD: perchè no
Quindi abbiamo già spoilerato la scelta definitiva? In realtà no, perchè affidarsi a un unico dominio gTLD con sotto-domini o directory porta ad un rischio: se Google penalizza, per qualche motivo, il sito web in .com, anche tutte le altre versioni in lingua risentiranno di ricadute negative, trattandosi appunto di un dominio univoco.
ccTLD: perchè sì
Un dominio localizzato dedicato (un ccTLD) è utile se hai una forte presenza sul mercato, anche offline, grazie ad un dominio popolare e hai budget per campagne promozionali mirate (non a caso lo fanno Amazon, Ebay, Expedia, Zalando e molti altri).
ccTLD: perchè no
Se hai già un sito web in .com o in altro GTLD in cui hai investito per ottenere visibilità, addentrarsi in un ccTLD specifico comporta ulteriori investimenti, che potresti risparmiarti cavalcando l’onda della notorietà del tuo GTLD.
Come funziona all’estero con motori di ricerca diversi da Google
Abbiamo citato più volte Google, ma devi tenere conto che questo non è il motore di ricerca usato in maniera universale in tutti i paesi del mondo. Quindi, i punti a vantaggio dei GTLD potrebbero non valere altrove.
Prendiamo ad esempio Yandex, per il quale, data la grande vastità della Russia, la ricerca localizzata funziona in modo un po’ diverso rispetto a Google e la buona impostazione del targeting geografico diviene una parte imprescindibile per ottenere risultati utili e pertinenti. Quindi questo motore di ricerca attribuisce maggiore rilevanza ad un sito web internazionale con ccTLD.
Discorso simile per Baidu in Cina, che però ha introdotto delle restrizioni all’ottenimento del ccTLD: il governo cinese, ad esempio, richiede che tutti i siti web destinati alla Cina siano registrati per ottenere la licenza ICP BeiA. Tuttavia, se riesci ad ottenerne uno, in Cina sei considerato più affidabile di un sito web internazionale con GTLD, anche per gli utenti cinesi.
Conclusioni
Come hai visto, avere un sito web internazionale bello da navigare e semplice da capire richiede un passaggio di base su cui in pochi si fermano a riflettere. Il dominio di partenza con la sua estensione possono fare la differenza tra una visibilità che arranca a crescere (e richiede budget di investimenti importanti) e un posizionamento organico pronto per essere sfruttato da parte dei motori di ricerca.
Stai per lanciare un sito web internazionale? Scegli il dominio giusto!